Il mercato del caffè sta attraversando uno dei periodi più complessi della sua storia.
I prezzi dell'arabica hanno superato la soglia di 4,30$ per libbra, un livello che non si vedeva da oltre 50 anni. Questa impennata, la più alta degli ultimi decenni, sta mettendo a dura prova l'intera filiera, dai produttori ai torrefattori, fino ai consumatori.
Diversi fattori hanno contribuito a questa crisi.
In primo luogo, i raccolti in Brasile e Vietnam, i due giganti della produzione mondiale, sono stati compromessi da eventi climatici estremi e difficoltà logistiche. In secondo luogo, le scorte globali di caffè sono ai minimi storici, creando una situazione di scarsità che fa aumentare i prezzi. Infine, le incertezze geopolitiche e le tensioni sui dazi aggiungono ulteriore instabilità a un mercato già fragile.
Per noi torrefattori, tutto ciò si traduce, da un lato, in un'impennata dei costi di acquisto della materia prima e una compressione dei margini, dall'altro, la necessità di fare scelte difficili per mantenere (alta) la qualità del prodotto e la sostenibilità del nostro lavoro.
Ma cosa significa tutto questo?
Significa che il settore è sotto pressione e il valore di ogni tazzina che beviamo non è mai stato così importante. Dietro a ogni sorso ci sono persone, agricoltori e aziende come la nostra, che lavorano ogni giorno per garantire un prodotto di qualità, nonostante le difficoltà.
Cosa possiamo fare?
Come torrefazione, crediamo sia il momento di sensibilizzare i consumatori e l’intero settore: il caffè oggi non può essere considerato solo una commodity.
È un prodotto di valore, frutto di fatica, competenza e passione lungo tutta la filiera.
Ora più che mai, serve consapevolezza e rispetto per il lavoro che c’è dietro ogni chicco.
IL MERCATO DEL CAFFÈ STA CAMBIANDO: ORA SERVE CONSAPEVOLEZZA
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