Dietro una semplice parola esiste un mondo che si svela ad ogni assaggio.
L’origine della parola caffè è poco chiara: potrebbe derivare dall’arabo “qahwa“, termine che fa riferimento a un vino o un liquore. Questa parola è stata poi trasformata nella lingua turca in kahve, in italiano caffè.
Ricerche fanno anche pensare che la parola caffè derivi dalla regione Caffa in Etiopia, dove la pianta del caffè è molto diffusa.
Caffè oggi è una parola divenuta familiare agli italiani, che racconta la storia e la tradizione della nostra terra, un vanto e un orgoglio per la cultura italiana. Preso a colazione, durante il corso della giornata o dopocena, il caffè è divenuto sempre più un’occasione di piacere, una pausa rilassante, un modo per premiarsi ogni giorno.
Origini e lavorazione del caffè
Le origini della tostatura dei chicchi crudi per dare carattere al caffè e creare l’aromatica infusione sono da riconoscere al mondo arabo. I primi europei a conoscere la bevanda furono, infatti, i mercanti dell’epoca rinascimentale che, spostandosi per lavoro da un continente all’atro, ebbero modo di conoscere, apprendere e amare a loro volta gli usi, i costumi e le abitudini di mondi lontani, portando con sé al rientro in patria nuove culture. Molte volte, come nel caso del caffè, le novità introdotte venivano apprezzate e amate a tal punto da essere interiorizzate e riconosciute come parte integrante della propria stessa storia.
In seguito alle crescenti richieste e all’aumento delle tassazioni sul commercio, i mercanti europei (in particolare portoghesi, inglesi e spagnoli) iniziarono ad esportare il caffè anche in altri Paesi.
Il monopolio arabo venne meno nel 1683, anno della liberazione di Vienna dall’assedio turco.
Durante la repentina ritirata delle truppe turche dalla capitale austriaca vennero abbandonati, tra le altre cose, 500 sacchi di caffè. Il bottino fu donato a Franz Georg Kolschitzky, come riconoscimento per avere contribuito alla salvezza della città.
Egli sfruttò tale dono aprendo una bottega di caffè e introducendo un nuovo metodo per la preparazione della bevanda, diverso da quello turco (l’unico fino ad allora conosciuto) e più vicino ai gusti dei viennesi. Filtrò i fondi e aggiunse miele e panna montata. In poco tempo nacque il “caffè viennese”, oggi conosciuto e apprezzato a livello internazionale.
La bottega del caffè divenne ben presto il luogo in cui si passava il proprio tempo in maniera piacevole, dimenticando i problemi della quotidianità. Un vero e proprio luogo d’incontro e di scambio tra persone, al sapore di caffè.
Le prime torrefazioni, che portarono alla successiva “meccanizzazione” nella lavorazione del caffè, nacquero nel XIX secolo. Questo semplificò il lavoro di tostatura e permise di creare le prime miscele, diverse nel “gusto” e in grado così di soddisfare diversi palati.
Con la nascita delle miscele e della torrefazione meccanizzata, si diffuse rapidamente, in Italia, una particolare tipologia di caffè che prevedeva una particolare tostatura e miscelazione dei chicchi provenienti da differenti aree del mondo: nasceva il Caffè Espresso Italiano.
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