La data ufficiale della comparsa del caffè come bevanda è ignota ma si racconta che già intorno alla metà del 1400 d.c. il governo yemenita riconobbe le proprietà della speciale bevanda, approvandone il consumo in tutto il territorio. In breve tempo il caffè si diffuse all’interno del mondo islamico: fu proprio la religione islamica, infatti, ad affermare che la prestigiosa bevanda stimolasse l’intelligenza.
La scura bevanda giunse a Costantinopoli nel 1517, dopo che Selim Primo conquistò l’Egitto. Dopo questo episodio il suo consumo divenne abituale anche all’interno dell’impero turco. In breve tempo a Costantinopoli nacquero i primi locali dedicati al consumo e alla vendita della bevanda. I “Café” divennero così dei veri e propri luoghi d’incontro, per il tempo libero e per il dibattito politico.
Nel 1615 il caffè sbarcò in Europa grazie ai mercanti che commercializzavano stoffe e spezie viaggiando da un continente all’altro. Ben presto artisti, studiosi e medici s’interessarono alla bevanda dalle proprietà senza eguali. In breve tempo si diffusero scritti, dipinti e studi che traevano ispirazione dal caffè.
Venezia fu la prima città d’Italia a subire il fascino orientale del caffè, seguita da Napoli. In breve tempo la diffusione del caffè coinvolse tutta la Penisola, dal nord al profondo sud.
Offrire il caffè in circostanze speciali, come segno di ospitalità, amicizia e amore, divenne presto un’abitudine, tanto che i gentiluomini erano soliti donarne una tazza alle proprie amate per conquistare il loro cuore.
La sua diffusione sul territorio nazionale incontrò qualche ostacolo solo da parte della Chiesa. Alcuni sacerdoti, infatti, l’avevano classificata come la bevanda del demonio e per questo chiesero espressamente al Papa Clemente VIII di vietarne l’uso.
Come è noto i sacerdoti non riuscirono nel loro intento: quando il Papa assaggiò per la prima volta il caffè, infatti, ne rimase talmente colpito che lo dichiarò adatto ad ogni cristiano.
Presto in Italia si diffusero i “Cafè”: luoghi esclusivi, punti d’incontro di nomi illustri del 1600 e 1700. Filosofi, scrittori, musicisti, pittori e politici si riunivano nelle caffetterie per discutere dei propri ideali e scambiarsi punti di vista davanti ad una tazza fumante di caffè; inconsapevolmente stavano dando vita ad una nuova cultura dominante: la cultura del caffè. Una cultura che ancora oggi domina la nostra Penisola e che ha reso l’espresso italiano un’eccellenza da esportare in tutto il mondo.
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